Per misurare occorre guardare, riconoscere, nominare, esperire e rielaborare: idee per un percorso verticale nella scuola primaria

 

Lo studio della geometria riveste forme e modalità diverse durante i cinque anni della scuola primaria.

Nel primo biennio l’approccio a tale disciplina assume un orizzonte ampio, in stretto legame con le discipline figurative, tanto che a guidare i bambini alla scoperta del mondo delle forme di base, linee e punti, è prevalentemente l’insegnante di arte, che li conduce in un percorso integrato, non rigidamente codificato ed etichettato come disciplina a sé stante.

Durante i primi due anni di scuola primaria, infatti, lo studio della geometria avviene in primis attraverso la percezione delle forme mediante la vista e il tatto e il loro riconoscimento, sino a intercettare anche rotazioni nello spazio e simmetrie; in un crescendo di complessità, che tiene conto del percorso di sviluppo del bambino, successivamente il riconoscimento si accompagna alla composizione e scomposizione di tali forme mediante attività di assemblaggio e costruzione. Avviene anche attraverso l’uso della direzionalità che considera il punto come luogo di partenza e la linea (orizzontale, verticale e diagonale) come vettore di movimento.

A partire dalla classe terza lo studio della geometria acquisisce dei contorni maggiormente delineati e una definizione di disciplina autonoma: perché questo sia possibile i bambini vengono accompagnati, anche dall’insegnante prevalente, ad una riflessione innanzitutto etimologica e lessicale in un percorso che dà prioritaria importanza alle parole, le quali devono precedere misure e dimostrazioni, esattamente come accade nella mente del bambino. Tali riflessioni conferiscono una base per l’acquisizione di concetti via via sempre più astratti, fino ad arrivare allo studio della geometria piana e dei solidi, attraverso un approccio graduale alla misurazione.

Si tratta quindi di graduale passaggio dal primo biennio, alla classe terza, in cui si avvia il processo di apprendimento da un’analisi delle categorie lessicali, alla quarta, nella quale l’esperienza della misura lineare e degli angoli consente una conoscenza più approfondita delle figure piane, alla quinta, quando al bambino, ormai capace di astrarre dall’esperienza, è richiesto di utilizzare le conoscenze geometriche e aritmetiche che ha appreso per elaborare delle dimostrazioni, spiegando ad esempio come sia possibile trovare l’area di una figura sconosciuta a partire dalle formule già note di aree.

 

Quindi dalla prima alla quinta si procede

con:

  • esperienza percettiva (riconoscimento e rappresentazione); 

 

 

Attività Primo Biennio

 

 

 

  • identificazione del concetto con la parola (il linguaggio rappresentazione/simbolo del concetto);

verso:

  • esperienza rappresentata e astrazione (che è possibile perché la rappresentazione è sia linguistica che grafica).

 

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A  partire dal nome: presentazione del perimetro in classe terza

 

- Un'esperienza rappresentata in classe quarta: il perimetro 

 

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PRIMARIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA, PRIMARIA S.ORSOLA