Passeggiate Romane

Ci sono due modi per vedere Roma: si può osservare tutto quanto vi è di curioso in un quartiere e poi passare a un altro. Oppure perseguire ogni mattina il genere di bellezza cui ci si sente inclini al risveglio.

Abbiamo assaporato il piacere di essere a Roma in totale libertà e senza sottostare all’obbligo di vedere.

Stendhal, Passeggiate Romane, 3 e 10 agosto 1827.

 

 

Abitare a Roma, se da un lato costituisce una fortuna e una risorsa, dall’altro può rappresentare un’esperienza straniante, se non addirittura alienante, considerata la grande estensione territoriale, le numerose differenze socioeconomiche, la ricca varietà culturale. Spesso si attraversano interi quartieri senza nemmeno un’occhiata: si focalizza l’attenzione sulla sola destinazione o sul singolo punto d’interesse; ci si priva, di frequente, dell’immersione nella continuità del tessuto urbano, dell’esperienza del contatto, sensoriale e umano, con i luoghi e con le comunità che li abitano.

Le Passeggiate Romane intendono guardare prospettive non sperimentate: vogliono proporre percorsi meno convenzionali, volti a un’apertura ai diversi stimoli che Roma offre, oltre che a un’abitudine - a una postura -, a vivere la città con rinnovata consapevolezza. Si possono, infatti, percorrere strade che consentano di ‘toccare’ ciò che si studia, ma anche itinerari attraverso fenomeni storici e culturali affrontati in maniera meno approfondita nel percorso strettamente didattico.

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In ultima analisi, le Passeggiate Romane intendono proporre un’attitudine alla disponibilità, alla curiosità e all’osservazione attenta.
Ogni anno le passeggiate seguiranno un tema diverso, che permetta la possibilità di offrire un modo nuovo di osservare la città: non solo come ‘museo’ da visitare, ma come realtà viva da conoscere e interpretare, da rendere patrimonio arricchente da un punto di vista tanto culturale quanto umano.

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Le Passeggiate Romane rientrano anche nel percorso di educazione civica: uno dei tre nuclei concettuali cardine dell’insegnamento dell’educazione civica, infatti, è ‘sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio’, inteso come approfondimento di fenomeni interconnessi (risorse naturali, ambienti di vita, diritti) volto a promuovere una cultura consapevole del rispetto degli individui, delle comunità e dei beni comuni.

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Ogni Passeggiata sarà accompagnata da un focus sull’attualità (saggio, documentario, articolo) che metta a tema il luogo o il fenomeno incontrato, dal quale muoverà un approfondimento in classe.
Per l’anno scolastico 2021-2022, le passeggiate attraverseranno il tema del ‘rinnovare’, inteso come l’atto di creare qualcosa di nuovo da un patrimonio già esistente, che può essere riconvertito, rifunzionalizzato, valorizzato o recuperato, a seconda delle diverse esigenze delle generazioni che sono state in relazione con un determinato luogo.

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25 ottobre

Dipartimento classico (prof. Annibali, Brunetti, Locarno, Spinedi)


Il ‘riuso’ degli edifici antichi: Santi Cosma e Damiano e Portico d’Ottavia. La Basilica dei Santi Cosma e Damiano, infatti, sorge nel foro romano, su un antico luogo di culto; il portico d’Ottavia, antecedente ad Augusto, venne dal princeps dedicato alla sorella Ottavia, e in seguito ospitò un mercato, fino a divenire luogo eponimo del ghetto ebraico. Il ricco patrimonio edilizio e statuario dei Romani è stato sfruttato in varia maniera nelle epoche successive alla caduta dell’impero; la passeggiata incontra alcuni monumenti antichi la cui funzione è cambiata più o meno radicalmente nel corso dei secoli.
Appuntamento alle ore 9 davanti all’Altare della Patria (Piazza Venezia).
Conclusione alle ore 13 al Campidoglio (al termine dell’uscita i ragazzi saranno liberi di rientrare in autonomia).

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20 dicembre

Dipartimento artistico (prof. Crescenzi)

Tor Marancia
“Ebbene, io vivo a Tormarancia, con mia moglie e sei figli, in una stanza che è tutta una distesa di materassi, e quando piove, l’acqua va e viene come sulle banchine di Ripetta” così Alberto Moravia descriveva Tormarancia nel racconto intitolato Il pupo pubblicato nel 1954, esattamente venti anni dopo l’avvio dei lavori (1934) per la costruzione della borgata romana.La passeggiata nel quartiere intende mostrare agli studenti le molteplici trasformazioni e i continui rinnovamenti che questa area ha subito a partire dagli anni Trenta del Novecento fino al 2015 anno in cui uno dei lotti è stato trasformato, grazie all’intervento di 22 artisti provenienti da dieci diversi paesi, in un “museo urbano a cielo aperto”. Tormarancia, come le borgate San Basilio, Villa Gordiani, Prenestina, Pietralata, nasce per ospitare, in quelle che vennero denominate le “case rapide”, gli sfollati che occupavano alcune zone di Roma sventrate per fare spazio alla ricostruzione dell’Urbe “disegnata” da Mussolini. La realizzazione delle case popolari ancora in uso, al posto delle abitazioni del governatorato fascista, iniziò invece nel 1947 e si concluse intorno agli anni Sessanta grazie all’intercessione di due senatori del PCI, a seguito della legge De Gasperi sul risanamento delle borgate. Il quartiere popolare è quello che vediamo ancora oggi e che al numero 63 di Viale Tor Marancia ospita dal 2015 il “museo urbano a cielo aperto” inserito all’interno del progetto Big City Life che ha visto collaborare il Comune di Roma con l’associazione culturale 999 e l’VIII municipio. Rinnovare, riqualificare, valorizzare una zona urbana periferica in parte cambiandone l’assetto e la funzione attraverso l’arte sono le parole chiave utilizzate per questo progetto ospitato, tra le varie cose, nel Padiglione Italia nella quindicesima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, all’interno della sezione “Taking Care - Progettare per il bene comune.

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21 febbraio

Dipartimento umanistico (prof. Giglio)
EUR: La passeggiata attraverso il quartiere intende anzitutto approfondire le ragioni storiche che ne portarono alla progettazione e costruzione, e i rinnovamenti che hanno contribuito a farne il quartiere direzionale e residenziale che vediamo oggi. Progettato per ospitare l'edizione dell'EXPO 1942 - E42, mai avvenuta a causa della guerra e della caduta del regime fascista, l'Esposizione Universale di Roma avrebbe dovuto celebrare i valori di progresso - che caratterizzano tutte le edizioni della grande manifestazione internazionale - riportando in auge il mito di una romanità imperiale protesa verso il futuro. Ogni Expo, ieri come oggi, intende rinnovare un territorio alla luce dei valori propri di determinato momento storico: vedremo come ciò accadde a Roma, e come nuove trasformazioni dagli anni Sessanta in poi abbiano contribuito a testimoniare nuovi valori e nuovi intenti, in un itinerario che ci accompagnerà fra i palazzi monumentali, le grandi aree verdi fino alle più innovative e recenti sperimentazioni architettoniche.

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28 marzo

Dipartimento artistico (prof. Aru)


L'area del Flaminio attualmente attraversa una fase di vera e propria rigenerazione urbana, dopo un lungo periodo di stasi che permane dagli anni '60 fino al ventennio scorso.
Per molto tempo il quartiere è stato un luogo frammentato, caratterizzato da una serie di vuoti urbani, che ha mutato la propria vocazione più volte nel corso dell'ultimo secolo e ha sofferto di abbandono e di una mancata valorizzazione: le aree adiacenti il Villaggio Olimpico, gli impianti militari ormai dismessi di Via Guido Reni e Piazza Mancini, rappresentavano, e ancora oggi rappresentano, un'importante risorsa posizionata a poche centinaia di metri da Piazza del Popolo. Se ad esse si aggiungono il grande polmone verde di Monte Mario, Villa Glori e Villa Balestra con i loro speroni tufacei di grande impatto visivo, nonché le vaste aree verdi del Villaggio Olimpico e delle sponde del Tevere, si rende evidente una disponibilità di risorse ambientali e urbane ampia e diversificata e le potenzialità che ne conseguono.
A partire dalle iniziative di recupero e riqualificazione in atto e in programma, come il concorso per la realizzazione del Progetto Flaminio, un piano che prevede una riprogettazione del quartiere con oltre 40000 mq destinati ad housing ed edifici ricettivi, commerciali e pubblici, che si aggiungono ai poli culturali, dall'Auditorium al MAXXI, e sportivi già presenti, il settore urbano a Nord di Piazza del Popolo si va configurando con specifiche connotazioni culturali di rilevanza urbana e nazionale.
La passeggiata che toccherà i luoghi fulcro come il Foro Italico, l'Auditorium - Parco della Musica, il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il Ponte della Musica, darà la possibilità agli studenti di esplorare i mutamenti che hanno rinnovato profondamente l’assetto del settore urbano in questione.

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LICEO CLASSICO