Un viaggio attraverso la bellezza: gli studi classici raccontati dai nostri docenti

 

Studi Classici

 

Affrontare lo studio delle lingue antiche è, innanzitutto, un’avventura in luoghi leggendari: i ragazzi, all’inizio del loro percorso, sono in realtà ignari di quanto li attende; hanno tuttavia sentito familiari, amici più grandi o conoscenti narrare la difficoltà dell’aoristo, o le asperità della terza declinazione, o il mistero della perifrastica. Alcuni arrivano fiduciosi, alcuni incerti, alcuni incuriositi, alcuni altri trascinati; tutti però più o meno intimoriti.

 

In questo contesto la guida dell’insegnante è una bussola insostituibile: si percorre la strada insieme, per scoprire di volta in volta che l’impresa si può fronteggiare, che passo dopo passo il percorso si fa più chiaro.
La relazione con l’insegnante è fondata sulla fiducia e sulla collaborazione.

 

È un sentiero di pazienza e fatica, che insegna innanzitutto che i veri successi si costruiscono con l’impegno quotidiano; che la persona di valore non cerca vie più brevi, e non si esime dal porsi con attenzione di fronte alle difficoltà.

 

Studiare le lingue classiche, il greco e il latino, significa innanzitutto appropriarsi in maniera più consapevole della nostra lingua.
Analizzare a fondo le strutture morfosintattiche delle lingue che in larga parte hanno contribuito a generare l’italiano, infatti, consente di acquisire una solida coscienza metalinguistica, base fondamentale per un uso consapevole tanto nella comprensione quanto nella produzione di testi scritti, orali e digitali.

 

Significa anche apprendere il senso, e la pratica, del concetto di contesto: dal semplice esercizio di scelta di un termine, fino all’identificazione del registro linguistico adoperato. È allenamento a concentrarsi sull’efficacia comunicativa: per un messaggio esistono le parole giuste, il tono adatto, la sintassi calzante.

 

L’itinerario, poi, porta allo studio delle civiltà. Civiltà fatte di uomini e donne come noi, che lavoravano, amavano e lottavano; che hanno prodotto, come noi, testi letterari, documenti, palazzi e opere d’arte, ma anche regali per gli amici, dediche d’amore, lettere per parenti lontani.


Lo studio degli antichi si fonda sulla ricostruzione integrale della vita nel passato: non si può prescindere quindi dal confronto costante con fonti archeologiche, artistiche, epigrafiche e papirologiche, che inoltre costituiscono un’inestimabile eredità di cui oggi possiamo ancora godere.

 

Il confronto con queste grandi e antiche civiltà pone inevitabilmente la questione dell’identità: studiare i greci o i romani, infatti, non vuol dire solo riconoscerli come nostri avi, linguistici, genetici e culturali; vuol dire innanzitutto imparare a confrontarsi con qualcosa di estremamente diverso e lontano, inconciliabile con il nostro modo di vivere e di pensare, eppure affascinante. Significa riconoscere infiniti punti di continuità e altrettanti di rottura.

 

Il testo è il protagonista indiscusso. La capacità critica dei ragazzi si sviluppa a partire dal confronto diretto con gli autori antichi, senza la mediazione (o il pregiudizio) del manuale, che pur rimane una risorsa, ma da usare a posteriori, per mettere in discussione la propria posizione.

 

Non rinunciamo mai al dialogo diretto con i grandi del passato. È un’operazione complessa e coraggiosa, ma necessaria affinché nei ragazzi nasca la fiducia e il desiderio di accedere alla fonte originale: non esistono fonti inaccessibili, esiste invece la libertà di conoscere e interpretare i dati.

 

In conclusione, lo studio del latino e del greco è una palestra di libertà: libertà espressiva, libertà di interpretazione critica, libertà di giudizio. Oltre che un viaggio attraverso la bellezza.

 

 

 

Una lezione di greco con la prof. Spinedi 

 

  

 

 

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LICEO CLASSICO