LE INTERVISTE AI #100 DEL S.ORSOLA: Teresa Della Giovampaola

 

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  • Come è andato l’esame in questo anno così particolare? Quale è stata la cosa più difficile in questa rocambolesca maturità?
    Quest’anno è stato decisivo in termini di crescita: a fronte dell’epidemia, infatti, è stato richiesto a noi tutti un livello di maturità che neanche sapevamo di poter raggiungere forse. Ed è proprio per questo che, nonostante tutto, posso dire che quest’anno è andato bene, perché ho capito cosa significa iniziare ad essere adulti. Per me il più grande ostacolo è stato di certo l’interruzione della didattica in presenza, le lezioni in classe con i miei compagni e i miei professori, quindi preparare a casa l’esame non sapendo bene cosa aspettarmi.

 

  • Ti aspettavi questo risultato?
    Speravo di poter raggiungere il 100 e per questo ho lavorato con tutto l’impegno possibile: tuttavia, durante il ripasso prima dell’orale, mi sono dedicata allo studio considerandolo più come un’ultima occasione di gustarmi argomenti che poi non incontrerò più nel mio percorso, piuttosto che come un mezzo necessario per raggiungere un determinato voto.

 

  • Guardandoti indietro, in questi anni passati al S. Orsola, quale credi siano i ricordi e le esperienze che ti porterai?
    Frequento questa scuola sin dall’infanzia, non ho mai cambiato: per questo i ricordi sono molti. Ma di sicuro il più prezioso è la compagnia con cui ho vissuto questi ultimi cinque anni, la mia classe: bene o male non è variata di molto, e le persone che si sono aggiunte non hanno fatto altro che valorizzare ancora di più la mia esperienza. In conclusione, quindi, il ricordo più importante che porto con me sono sicuramente i miei compagni di classe, grazie ai quali il liceo è diventata una magnifica occasione da vivere.


  • Che consigli daresti a chi sta per iniziare il liceo al S.Orsola?
    Il consiglio più importante che mi sento di dare a chi sta per iniziare il liceo al S. Orsola è seguire la guida dei professori, vedendola come un’occasione per crescere e, chissà, anche per creare un rapporto di amicizia e stima reciproca. Con il loro supporto, per me, è stato più semplice, per quanto possibile, vivere la difficoltà della quarantena, dell’esame e, infine, della scelta universitaria. Di pari importanza è il rapporto con i propri compagni, come detto prima. In conclusione, quindi, vivere il rapporto con i propri insegnanti e con la propria classe, lo studio viene dopo.


  • Cosa ti attende l’anno prossimo? Hai sempre avuto le idee chiare su cosa avresti fatto dopo il liceo?
    Per il percorso universitario ho scelto il campo delle professioni sanitarie a Roma: in particolare, sono ancora indecisa tra infermieristica ed ostetricia. L’intenzione di lavorare nell’ambito ospedaliero c’è sempre stata, ma inizialmente ero molto titubante: ovviamente è un ambito molto duro e impegnativo. Ma poiché questo tipo di lavoro è l’unico che vorrei fare, alla fine ho superato tale indecisione scegliendo le professioni sanitarie.


  • Come passerai l’estate?
    Per l’estate l’unico programma che ho è stare in primo luogo con la mia famiglia, che dopo mesi di lontananza a causa dell’epidemia finalmente si riunisce del tutto, e in secondo luogo con gli amici più cari.

 

Un grande in bocca al lupo!

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